L’orologio è uno strumento di indicazione del tempo e, in senso più generale, di misurazione del trascorrere del tempo.
In molte epoche l’orologio ha travalicato il significato per il quale è stato ideato, divenendo uno status symbol, decodificatore degli usi e costumi di popoli differenti e di differenti generazioni.
L’esigenza di misurare il trascorrere del tempo fu sentita fin dall’antichità, il più semplice strumento realizzabile è stata la Meridiana, costituita al minimo da un palo infisso nel terreno. La Meridiana aveva però degli svantaggi, non funzionava di notte o nelle giornate nuvolose, per questo furono sviluppati orologi alternativi.
Nel XV secolo a.C. gli Egizi usavano la Clessidra ad acqua, un semplice dispositivo basato sulla regolare fuoriuscita di acqua da un contenitore forato.
Nel corso del Medioevo furono inventati i primi orologi meccanici e nel giro di mezzo secolo molti campanili cittadini vennero dotati di orologio.
L’opportunità di realizzare orologi portatili si ebbe solamente dopo l’invenzione del sistema a bilanciere, dell’alimentazione a molla e di opportuni scappamenti nel XV secolo.
Si dice che Enrico VIII d’Inghilterra tenesse un orologio da tasca legato al collo con una catena. Questi orologi avevano solo la lancetta delle ore, quella dei minuti sarebbe stata inutile a causa dell’imprecisione del meccanismo.
Nella seconda metà del XIX secolo la miniaturizzazione e la produzione in serie dei componenti permise di realizzare orologi da tasca compatti e precisi.
L’orologio da polso fu inventato alla fine del XIX secolo da Patek Philippe, ma inizialmente fu considerato un accessorio esclusivamente femminile, gli uomini preferivano ancora l’orologio da tasca. All’inizio del XX secolo l’inventore brasiliano Alberto Santos-Dumont, avendo difficoltà a leggere l’ora a bordo dell’aereo di sua fabbricazione, chiese al suo amico Louis Cartier un orologio più pratico. Cartier gli diede un orologio da polso con cinturino in cuoio di cui Dumont non fece più a meno. Quando Cartier divenne popolare a Parigi, iniziò così a vendere questi orologi anche alla clientela maschile.
Il primo utilizzo dell’elettricità fornita da una batteria in un orologio da polso in sostituzione della molla fu nel modello Seiko Quartz 35SQ Astron.
Il primo orologio elettronico fu sviluppato dalla Bulova con il nome di Accutron grazie all’invenzione dell’ingegnere elettronico svizzero Max Hetzel; si basa su un dispositivo a diapason, senza molla né bilanciere; entrò in commercio nel 1960.
Il primo prototipo di orologio al quarzo da polso fu sviluppato nei laboratori svizzeri CEH nel 1962, ma il primo modello in produzione commerciale entrò nel mercato solo nel 1969.
In alcuni modelli oltre alla batteria sono impiegate come fonte di energia la luce solare o il movimento dello stesso orologio per mezzo di un generatore elettrico abbinato ad una massa oscillante.
Con lo sviluppo dell’elettronica e la riduzione dei prezzi divennero popolari a partire dagli anni settanta gli orologi digitali, Il primo fu il prototipo Pulsar, realizzato dalla collaborazione tra Hamilton Watch Company e Electro-Data nel 1970.
Negli anni l’orologio, oltre che utile, è diventato un vero e proprio accessorio di stile, simbolo di classe ed eleganza.